lunedì 29 febbraio 2016

la dirimpettaia #2


erano lacrime quelle che si spostò dalla guancia la dirimpettaia. restò immobile nel balcone, mentre la sua casa era illuminata dalle luci artificiali della sera. il vento era forte e spostava in fretta una pioggia collerica.
si intrattenne a lungo nel buio delle sue piante basse e portò più volte la punta delle dita negli occhi. li strofinò, poi si raggomitolò nuovamente attorno ai pensieri suoi. qualcuno aveva alzato la voce poco prima in casa sua e quel rimbombo innaturale la scosse, andando a risuonare nei coni delle orecchie e terminando nei vicoli scuri della pancia.
dovrebbe imparare a fare la voce piena, pensai, perché quando uno grida si dovrebbe andare due toni e un diesis più su, per difendersi le pareti del costato, anziché restare in silenzio e piovere dolore dagli iridi.
pianse senza voce, pianse con le mani sul viso. si disegnò delle parabole invisibili sulle guance e si schiarì, senza saperlo, la pelle. forse è sempre una sconfitta per il cielo una persona che lacrima o forse sono nutrimento per l'aria tiepida quei suoi umori trasparenti, che scivolano sottili verso la terra.
quella sera portai una mano dietro alle foglie del ficus del mio balcone, diritta verso la sua ringhiera, ma lei non poté scorgere quel mio goffo tentativo di raggiungerla. avrei voluto che l'avesse afferrata e se la fosse portata tra i suoi ricci corti e neri.
c'è vita che nasce, avrei voluto dirle, tra i tuoi capelli: stanno nascendo giovani castagne tra i tuoi ricci... non aver paura.

- bi

['sweet nightmares' by ania tomicka]